Mediobanca: Alberto Nagel sfida MPS col piano 2028

Alberto Nagel punta tutto sulla fiducia del mercato: aggiornato il piano al 2028 con target e cedole in crescita. Obiettivo: respingere l’assalto di Monte dei Paschi e rafforzare la leadership nel wealth management.

A dispetto dello storico motto del fondatore di Mediobanca Enrico Cuccia, secondo cui le azioni «non si contano ma si pesano», il suo ultimo erede Alberto Nagel ha sempre scelto di contare, eccome. Le sue sfide le ha vinte con il sostegno del mercato, e ora non fa eccezione: la battaglia per respingere l’offerta pubblica di scambio lanciata da MPS si fa sempre più complessa, ma la strategia è chiara.

Mediobanca ha appena presentato un aggiornamento del piano industriale al 2028 che promette risultati ancora più generosi, sia in termini di performance sia di ritorni per gli azionisti. Un segnale forte al mercato, ma anche una mossa difensiva.

Più utili, più dividendi, più fiducia

Nel dettaglio, il piano stima ricavi superiori a 4,4 miliardi, un utile netto a 1,9 miliardi e un utile per azione (EPS) a 2,4 euro. L’obiettivo dichiarato è di distribuire complessivamente 4,9 miliardi di euro agli azionisti nei prossimi tre anni, di cui 4,5 miliardi in dividendi e il resto tramite riacquisti di azioni proprie.

Secondo Mediobanca, questa strategia dovrebbe rappresentare un baluardo contro l’offerta di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS), definita dalla stessa banca come priva di «razionale industriale e finanziario» e affetta da «elevati rischi di esecuzione». Nagel ha aggiunto che, confrontando il percorso standalone con quello di una possibile aggregazione con MPS, «tra le due storie non c'è paragone».

Un modello di crescita unico

«Pensiamo che Mediobanca, grazie alla traiettoria perseguita negli ultimi dieci anni, stia adottando un modello di business unico, in grado di offrire la migliore crescita, remunerazione e creazione di valore per tutti gli stakeholder» ha dichiarato Nagel nella conference call con gli analisti.

Il piano aggiornato, intitolato «One brand – One culture», sottolinea il percorso di crescita della banca e il suo potere attrattivo per banchieri e clienti. Anche l’attività CIB ha dato risultati eccellenti, mentre Compass ha registrato «risultati record» in tutte le aree operative.

Focus sul wealth management

«Abbiamo pensato che fosse appropriato offrire una prospettiva migliore e più approfondita fino al 2028» ha spiegato Nagel. Il nuovo piano rappresenta la sintesi della roadmap strategica, sempre più orientata al wealth management, considerato non solo una priorità ma un settore in cui Mediobanca eccelle anche in termini di crescita organica.

A contribuire agli utili sarà anche la cessione della sede della Compagnie Monegasque de Banque. «Abbiamo un progetto di real estate a Monaco, dove terremo solo lo spazio necessario per la banca e venderemo il resto dell’edificio», ha spiegato l’amministratore delegato.

L’asse con Banca Generali per sfondare quota 5 miliardi

Durante la presentazione dei nuovi obiettivi, Nagel ha ribadito anche il valore strategico dell’operazione con Banca Generali. Se andasse a buon fine, i ricavi nel 2028 potrebbero raggiungere i 5 miliardi, contro i 4,4 previsti nello scenario standalone.

«Ci sono alternative molto buone rispetto al disporre della quota in Generali, ma di sicuro Banca Generali è la migliore. È una motivazione forte per cambiare lo status quo», ha affermato Nagel.

La partita con Generali si gioca in autunno

Per conquistare Banca Generali, Mediobanca ha proposto uno scambio con il 13% di Assicurazioni Generali che detiene storicamente. «Siamo focalizzati su Banca Generali. La quota di Generali è dedicata a questo progetto. Non vediamo alternative valide e puntiamo a realizzare l’operazione tra settembre e ottobre», ha concluso Nagel.

Il messaggio è chiaro: Mediobanca vuole crescere senza cedere terreno. E per riuscirci, ha scelto la strada più diretta – quella della fiducia del mercato.